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Note informative per i discendenti di trevigiani
che intendono richiedere la cittadinanza italiana

La legge 5 febbraio 1992, n. 91, e i relativi Regolamenti di esecuzione approvati con il D.P.R. 12 ottobre 1993, n. 572, e con il D.P.R. 18 aprile 1994, n. 362, consentono a uno straniero, ovvero a un apolide, il cui padre o la cui madre, o un ascendente in linea retta di secondo grado (nonno o nonna), siano stati cittadini italiani, di richiedere la cittadinanza italiana, ovviamente al verificarsi di determinate condizioni.

Uno dei documenti fondamentali per ottenere la cittadinanza italiana è il certificato di nascita di uno dei genitori o di uno dei nonni. Questo documento viene oggi, di massima, rilasciato dagli Uffici dello Stato civile dei rispettivi comuni di nascita. Diventa così assolutamente rilevante individuare l’esatto comune di nascita della persona che potrebbe costituire il fondamento giuridico per il riconoscimento del diritto alla cittadinanza italiana.

L’Archivio di Stato di Treviso, alla pari degli altri istituti archivistici nazionali, non è in grado di rilasciare alcuna certificazione di tipo anagrafico proprio poiché non conserva documentazione anagrafica, nella fattispecie gli atti dello Stato civile. Questa, infatti, in relazione alle diverse vicende istituzionali che interessarono il Veneto successivamente alla cessazione della Repubblica di Venezia (12 maggio 1797), e alla specifica legislazione vigente al momento, è di competenza o delle Amministrazioni comunali o delle Parrocchie,

L’unica eccezione è costituita dagli “Atti dello stato civile del Dipartimento del Tagliamento” [bb. 244 e mazzi di regg. 543 (1806-1815)], e dalla “Miscellanea di atti dello stato civile” [lacunosa, utile solamente per Treviso, comune e frazioni, bb. 371 (sec. XVIII-1888, con docc. fino al 1912)], fondi serviti da due inventari sommari, risalenti il primo al 1883, il secondo, al 1976, parziale e non sempre attendibile.

È indispensabile quindi che il ricercatore abbia una sufficiente conoscenza dell’assetto istituzionale e della normativa in vigore al momento della nascita della persona della quale desidera ottenere certificazione anagrafica.

  • In ambito trevigiano, come del resto in tutto il Veneto, gli Uffici comunali dello Stato civile sono stati attivati solo dopo l’annessione al Regno d’Italia (ottobre 1866) e in ogni caso non prima dell’1 settembre 1871, conseguentemente all’estensione a questa provincia degli ordinamenti comunali e provinciali italiani, e in applicazione del combinato disposto del R.D. 15 ottobre 1865, n. 2602, e della L. 20 giugno 1871, n. 297.

  • In precedenza, conformemente a quanto prevedeva la legislazione austriaca, le funzioni di Ufficiali dello Stato civile erano espletate dai parroci, titolari a tutti gli effetti delle scritturazioni e della conservazione dei registri dello Stato civile.

Pertanto, per il periodo antecedente al 1° settembre 1871, è assolutamente indispensabile individuare la parrocchia di nascita e quella di residenza, ove variata rispetto alla prima. Alle stesse parrocchie dovrà poi venir inoltrata la richiesta di certificazione anagrafica.

Per il periodo successivo invece, una volta determinato esattamente il comune di nascita, sarà sufficiente rivolgersi all’Ufficio dello Stato civile di quel comune e richiedere al medesimo il rilascio della certificazione desiderata.

  • In ogni caso va tenuto presente che non pochi archivi parrocchiali e comunali, in particolare per quanto riguarda le località poste a ridosso del Piave, o comunque interessate dall’occupazione austriaca durante la prima guerra mondiale, sono andati distrutti a causa degli eventi bellici.

  • Va aggiunto ancora che nel corso della seconda guerra mondiale sono stati dati alle fiamme anche numerosi archivi comunali, giusto al fine di ostacolare attraverso la distruzione della documentazione di carattere demografico l’arruolamento forzato nelle forze armate della Repubblica Sociale Italiana o l’internamento in Germania dei renitenti.

La ricerca sulla documentazione di carattere militare consente tuttavia di risalire unicamente all’anno e al comune di nascita di quei soggetti di sesso maschile che prima di emigrare hanno sostenuto la visita medica di rito e sono stati registrati, ma solo se e quando dichiarati abili e arruolati, nei prescritti Ruoli matricolari militari.

  • A questo proposito si segnala che l’Archivio di Stato di Treviso conserva i Ruoli matricolari militari prodotti dall’Ufficio di leva di Treviso, ma solo a partire dal 1874, anno di nascita del coscritto, e le Liste di leva, redatte su base comunale, esclusivamente a partire dal 1902.

  • Per quanto riguarda invece l’Ufficio di leva di Venezia, i relativi Ruoli matricolari militari sono conservati in questo Istituto a far tempo dal 1900, mentre le Liste di leva decorrono dal 1912.

  • È del tutto possibile, inoltre, che alcuni Comuni conservino ancora in loco le Liste di leva dai medesimi prodotte.

Mentre per i Ruoli matricolari militari è sufficiente conoscere almeno approssimativamente l’anno di nascita della persona ricercata, dal momento che gli stessi sono forniti di utilissime rubriche alfabetiche, per le Liste di Leva diventa assolutamente indispensabile conoscere anche il comune di nascita, essendo queste ripartite per Comune di nascita, oltre che per classe.

Relativamente a coloro che, nati in provincia di Treviso, sono emigrati ancora minorenni assieme ai genitori, va detto subito che la ricerca nei Ruoli matricolari militari non può essere di alcuna utilità, poiché nella maggioranza dei casi questi sono espatriati prima di essere sottoposti alla rituale visita di Leva, registrati nei prescritti Ruoli matricolari militari e quindi collocati in congedo illimitato provvisorio in attesa della chiamata alle armi.

  • Appare tuttavia del tutto verosimile come un bambino che abbia abbandonato il territorio nazionale in tenerissima età non possa aver lasciare dietro di sé se non pochissime tracce amministrative della sua esistenza.

Permane pur sempre la possibilità di rintracciare nelle Liste generali dei renitenti alla leva (estratte dall’Archivio storico comunale di Treviso qui conservato) i nominativi di coloro che sono espatriati dopo aver sostenuto la visita di Leva ma prima di essere chiamati alle armi. Queste Liste sono oggi conservate nell’Archivio di Stato di Treviso per gli anni compresi tra il 1855 e il 1873, seppure non nella loro integrità e completezza, e riguardano complessivamente circa 4300 renitenti.

  • Le Liste generali dei renitenti alla leva sono state di recente informatizzate. Analogo progetto di schedatura informatizzata è stato avviato anche per i Ruoli matricolari militari. I relativi data base (nel caso dei ruoli matricolari si tratta di una banca dati parziale), sono disponibile in rete all'indirizzo:
    http://archiviodistatotreviso.beniculturali.it/
    basididationline.htm
    .
  • L’Archivio di Stato di Treviso può quindi offrire solamente un contributo all’esatta individuazione del comune e della data di nascita di quei soggetti che di volta in volta vengono identificati come propri antenati, e grazie ai quali è possibile ottenere il rilascio della cittadinanza italiana.
  • Per poter avviare la ricerca è tuttavia indispensabile che la persona ricercata sia quanto meno nata in provincia di Treviso, e limitatamente ad alcuni anni, come si è visto più sopra, anche in provincia di Venezia.
  • Il richiedente dovrà aver cura di indicare nella sua richiesta tutti gli elementi utili alla migliore identificazione del soggetto ricercato quali:
    • cognome e nome,
    • paternità e maternità,
    • data e località di nascita,

anche se conosciuti approssimativamente, e ogni altra notizia ritenuta di un qualche interesse al fine di evitare, dati i frequenti casi di omonimie, equivoci e fraintendimenti, che potrebbero compromettere il buon esito del procedimento in corso.

  • La richiesta potrà pervenire all’Archivio di Stato di Treviso attraverso posta elettronica (astv@archivi.beniculturali.it), fax (0422-405517) o corrispondenza ordinaria (Archivio di Stato di Treviso, Via Marchesan 11/a, 31100 Treviso). Di massima, data il notevole numero di richieste, la ricerca richiede dai due ai tre mesi di attesa. La risposta avverrà tramite il medesimo mezzo di ricezione, anche se è preferibile che il richiedente comunichi ogni qualvolta sia possibile un proprio recapito e-mail. Qualora si desideri ottenere risposta scritta attraverso corrispondenza ordinaria, il richiedente dovrà unire adeguata affrancatura ovvero equivalenti coupons postali.

Di estrema utilità ancora gli archivi parrocchiali e quelli diocesani. A questo proposito si avverte che nell’ambito del territorio oggi attribuito dal punto di vista amministrativo alla provincia di Treviso sono i presenti tre Diocesi, quella di Treviso (www.diocesitv.it; cancelleria@diocesitv.it), quella di Vittorio Veneto (già Ceneda; www.chiesacattolica.it/cci_new/diocesi/vittoriov; cancelleria@diocesi.vittorio-veneto.tv.it, e per alcuni comuni anche quella di Padova (www.chiesacattolica.it/cci_new/diocesi/padova; diocesi.padova@diweb.it), Diocesi alle quali fanno capo tutte le Parrocchie esistenti in provincia di Treviso.

  • Giova altresì rammentare che l’attuale distribuzione delle parrocchie in ambito trevigiano non corrisponde se non per grandi linee a quella ottocentesca. Va comunque ricordato, al fine di evitare sempre possibili fraintendimenti e spiacevoli equivoci, che i parroci e i vescovi, in quanto soggetti di diritto privato e del tutto estranei alla Pubblica Amministrazione italiana, non sono assolutamente tenuti, a rigore di legge, a rilasciare certificazione anagrafica e pseudoanagrafica.

Al fine di agevolare i contatti diretti con gli Uffici dello Stato civile dei comuni oggi esistenti in provincia di Treviso (95), se ne fornisce, di seguito, l’elenco aggiornato, corredato dai rispettivi indirizzi e numeri telefonici, avvertendo nel contempo che ormai tutte le amministrazioni comunali sono fornite di sito WEB e di recapito di posta elettronica.

Possono inoltre tornare utili, anche se i risultati della ricerca sono sempre da valutare con estrema cautela, le banche dati, presenti in rete, riguardanti la diffusione dei cognomi nel territorio italiano, quali per esempio www.ellisisland.org, www.fondazione-agnelli.it/Italy e www.labo.net/cognomi.

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EPOCA ASSETTO ISTITUZIONALE UFFICI DELLO STATO CIVILE
1797-1806 L’intero territorio dell’attuale provincia di Treviso fa parte dello Stato Auistro-Veneto Non esistono Uffici dello Stato civili. Presso le singole parrocchie sono (o dovrebbero) essere conservati i registri anagrafici (Battesimo, Matrimonio, Morte) predisposti dai parroci in ordine ai canoni del Concilio di Trento.
1806-1815 L’intero territorio dell’attuale provincia di Treviso fa parte del Regno d’Italia napoleonico. Gli Uffici dello Stato civile appartengono alla Pubblica Amministrazione. La documentazione relativa al movimento demografico è conservata presso l’Archivio di Stato di Treviso
1815-1866 L’intero territorio dell’attuale provincia di Treviso fa parte del Regno Lombardo Veneto Le funzioni di Ufficiale dello Stato Civile vengono affidate ai parroci. La documentazione relativa al movimento demografico è conservata presso le singole parrocchie - salvo incidentali dispersioni - e anche presso gli archivi dei singoli Comuni.
1866-1871 La provincia di Treviso entra a far parte del Regno d’Italia Le funzioni di Ufficiale dello Stato Civile rimangono temporaneamente affidate ai parroci i quali provvedono anche alla conservazione della documentazione relativa.
1871 post 1 settembre   A far tempo dall’1 settembre 1871 vengono istituiti gli Uffici dello Stato civile presso i singoli comuni della provincia, incaricati della formazione e della conservazione degli atti relativi.
Copia delle registrazioni dello Stato civile sono comunicate anche ai Tribunali dei rispettivi capoluoghi di provincia.